L’inarrestabile Banda degli Ottoni a Scoppio al Piccolo Teatro Aperto

Testo di Helga Bernardini, Foto di Helga Bernardini e Andrea Mancuso

Sabato 17 aprile, in diverse città italiane si sono organizzati presidi di solidarietà ai ventisei antifascisti di Carpi che nel 2017 con l’intenzione di dimostrare pacificamente, con la sola presenza, il proprio dissenso, contestarono una manifestazione di Forza Nuova autorizzata dalla Questura, davanti a un palazzo destinato a ospitare alcuni richiedenti asilo. Ora sono sotto processo.

La banda degli Ottoni a Scoppio, davanti al Piccolo Teatro Occupato,  ha animato il presidio milanese in solidarietà ai ventisei che ora rischiano di ricevere una condanna dal Tribunale di Modena per manifestazione non autorizzata, in base al Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che punisce chi prende parola in una riunione pubblica come se ne fosse l’organizzatore.

Secondo il PM, aver cantato ”Bella Ciao” e altri canti della Resistenza equivale ad aver preso parola e ad aver organizzato una manifestazione senza il permesso della questura.   

Un processo ingiusto che fa emergere le gravi contraddizioni del nostro Paese che pur avendo una Costituzione nata sui valori della Resistenza continua ad avvalersi del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza emanato durante il regime fascista e in contraddizione con la libertà di riunione e di espressione sancite dalla Costituzione Italiana.

La musica della Banda degli Ottoni si alterna con la voce dell’attrice e regista Soledad Nicolazzi, che spiega i fatti entrando nei particolari di un processo dove le domande del PM ai testimoni sono state: “Lei ha cantato? Ha sentito cantare? E che canzoni erano? Claudio Baglioni o piuttosto canti politici?”.

Un processo degno del più fantasioso teatro dell’assurdo, se non fosse drammaticamente reale.

La sentenza del processo modenese è fissata per il 23 aprile 2021.

17 aprile 2021